Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte – Mark Haddon

E’ veramente una bella lettura ed un ottimo libro. Il lettore è accompagnato piano piano dentro la vita di Christopher da Christopher stesso, ragazzo di 15 anni con una forma di autismo (Sindrome di Asperger). L’uccisione del cane è solo un pretesto, è l’inizio del libro che il ragazzo vuole scrivere. Investigando sui motivi, scopre alcune verità sulla propria vita e le affronta in modo matematico, con la forza della ragione e del suo modo di ragionare. Ci racconta del suo odio per il giallo e il marrone e del suo amore per il rosso (tipico della malattia) tentando anche di descrivere la ragione. Un romanzo molto dolce, che entra piano piano e tocca varie tematiche relative all’autismo e alla famiglia di ragazzi malati. Ma il tutto è visto con gli occhi del protagonista quindi, solo accennati e senza emozioni, caratteristica anche questa della malattia. Un libro che fa riflettere sulle potenzialità delle persone, malati o sani che siano, quando si sentono minacciati e la capacità di chiunque nel ritrovare risorse interiori per mettersi in salvo ricercando un pezzettino di felicità e serenità insieme alla persona dalla quale ci si sente amati. Poco importa se si vive in totale isolamento sentimentale e se si odia farsi toccare l’importante che dall’altra parte ci sia qualcuno con la mano aperta e le dita a ventaglio pronte a sfiorare le dita di Christopher a segnalare un “ti voglio bene” che deve essere totale e onesto. La capacità dell’autore di entrare nella testa di un autistico è descritta in questo libro in modo eccellente.

Nadia

Published in: Senza categoria on 16 settembre 2010 at 12:06  Comments (2)  
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Carpe diem o fuga mundi? – 28.08.2010

L’equilibrio sta nel mezzo, tra due labbra in un’immagine, e lì resto.

Published in: on 29 agosto 2010 at 07:49  Lascia un commento  
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Il funerale della balena – Gian-Andrea Rolla

Il romanzo è acquistabile solo sul sito de “I sognatori”

“Il funerale della balena” è un romanzo classificabile in più generi. Anche se   principalmente è una saga famigliare autobiografica, l’autore si serve di Mina, unico personaggio inventato, come legame per tutta la storia. E’ proprio attraverso lei infatti, che il romanzo si trasforma in giallo, in suspense o in fantasy. L’amore per il mare che esce dalle pagine fonde tutti i generi e dona alla storia una lettura godibilissima, stile primi novecento.
Due voci narranti, Famà e Gian, ultimi superstiti della famiglia, si alternano, nel racconto della loro famiglia. E lo fanno con un misto di dolcezza e nostalgia, sentimenti che solo i ricordi condivisi sono in grado di suscitare. L’autore non fa mancare ironia tagliente e umorismo (nel descrivere il Prof. Redaelli l’autore scrive: “aveva rughe dalla fronte alle natiche”) che permettono al lettore di non perdersi neppure una riga del romanzo.
I personaggi, pur essendo molti, sono ben caratterizzati e il lettore mai si confonderà con l’uno o con l’altro.
Non ci sono nè buoni nè cattivi ma tutti sono sia l’uno che l’altro esattamente come ogni essere umano. Fa eccezione Mina, cattiva dentro per bisogno di riscatto e di riempire il suo vuoto interiore di beni materiali, quelli della famiglia che l’hanno comprata a Tangeri, come schiava, alla madre prostituta.
Ma c’è sempre il mare, tanto amato anche se spesso capriccioso che riporta indietro, con le sue onde e un pizzico di magia, fino alla battigia, lasciandoci sulla spiaggia in balìa della realtà crudele di Mina a chiedersi se vale davvero la pena abusare ed essere abusati, uccidere e far fuggire per colmare il niente interiore, di beni materiali che sempre e ancora sono niente.
Nadia

Published in: Senza categoria on 22 agosto 2010 at 20:46  Lascia un commento  

Sholem Rabinovitz

L’autore di questo romanzo, di origine ucraina, è deceduto prima di terminarlo lasciandolo così incompiuto.
Sholem Aleikem (nome d’arte di Sholem Rabinovitz) è stato il più prolifico e geniale autore di romanzi in yiddish riportando quella lingua, considerata ormai inferiore e delle donne non certo dei dotti, alla sua giusta importanza.
Ettore Bianciardi ha riscoperto “che fortuna essere orfano” e lo ha tradotto in lingua italiana e curato l’edizione riportando alla luce un bel romanzo e una cultura che, altrimenti, sarebbe andata perduta.
La storia narra della famiglia di Motl, un bambino di nove anni che, in seguito ai pogrom, dall’Ucraina emigra in America attraversando diversi altri Paesi.
La differenza tra tanti altri libri del genere è che l’autore non si ferma all’avvistamento della terra Americana ma continua la sua storia raccontando i differenti lavori che la famiglia e tanti altri emigrati trovano. Lo sfruttamento che subiscono, i salari bassi che devono accettare.
La voce narrante è il bambino con il suo disincanto che rende tutto allegro, un’avventura, “che non smette di stupirsi della bellezza de mondo” con il tipico entusiasmo di un essere innocente che non riconosce l’ingiustizia, abituato a viverci in mezzo, ad essere perseguitato.
Questo romanzo ispira speranza per chiunque, insegna a vedere il bicchiere mezzo pieno, a fare di ogni circostanza una sfida dalla quale uscire vittoriosi senza crogiolarsi nel vittimismo.
Non mancherò mai quindi, di ringraziare Ettore Bianciardi, per avermi dato la possibilità di leggere questo romanzo e Frank Spada per avermelo regalato in copia cartacea.
Per chi volesse aprofittare può scaricarlo gratuitamente a questo link:
http://www.riaprireilfuoco.org/blog/?p=352
o acquistare la cpia cartacea dallo stesso link.

Nadia

Published in: Senza categoria on 8 agosto 2010 at 17:17  Comments (1)  
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Sherlock Holmes e Dottor House?

Da qualche parte ho letto che la figura del Dottor House, il medico diventato icona della professione medica (chissà poi perchè) è stata ispirata dal più noto personaggio di Sir Arthur Conan Doyle, il papà di Sherlock Holmes.
Ci ho pensato a lungo e, mentre alcuni aspetti dei due personaggi sono altamente dissimili, molte sono le somiglianze sia nel metodo di lavoro che negli atteggiamenti.
Holmes coglie le sfumature degli abiti, delle voci, degli atteggiamenti e da un senso originale alle parole dei propri clienti, così come il Dottor House riesce a guarire i propri pazienti partendo da un particolare, o da un sintomo meno importante, che sfugge agli altri. Entrambi quindi applicano quello che viene definito “il metodo deduttivo” o metodo scientifico.
Ad entrambi vengono affidati casi apparentemente insolvibili e di difficile comprensione.
Come Holmes, anche House è drogato, è un solitario e non ama le donne nè i sentimenti che lo distraggono dal suo lavoro e dalla logica.
Come Holmes, anche House è attratto da una sola donna o meglio, una sola donna è riuscita ad affascinarlo.
Entrambi hanno come amico un medico con il quale convivono.

Sono molti quindi i punti in comune e chissà se lo scrittore del serial del Dottor House è o meno consapevole di tutte queste coincidenze che, a mio parere, non sono plagio bensì una bella trovata per rispolverare, seppure sotto altre vesti, una fetta importante della letteratura inglese.

Nadia

Published in: Senza categoria on 26 luglio 2010 at 10:53  Comments (2)  
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Per non aver commesso il fatto – Michele Navarra

Bellissimo libro di un genere poco letto, il legal thriller, ma non per questo poco piacevole.  Sembra di guardare un film leggendolo.  I personaggi sono ben delineati e il lettore segue passo passo l’avvocato che indaga per cercare di scagionare dall’accusa di omicidio il proprio cliente. Il finale, assolutamente inatteso nonostante il titolo,  contribuisce a rendere questo romanzo una buona lettura.  Ho atteso il verdetto con la stessa ansia di uno che ha messo la propria vita nelle mani di una giuria e di un giudice consapevole di avere il “potere”…
L’avvocato è un personaggio con tanti dubbi, con il desiderio di cercare davvero la verità e con il timore, ad ogni nuovo caso, di dover difendere un colpevole. E’ una persona “normale”, con una propria morale ed un’etica professionale che a volte gli sta stretta e dalla quale vorrebbe fuggire. E’ un uomo consapevole di avere tra le mani il destino di un altro uomo basandosi solo sulla fiducia verso il proprio cliente e il proprio senso di giustizia. Si appassiona al proprio caso ma non si da del tutto, si preserva un pezzetto per il dopo, per se stesso. E non è una cosa da poco. Non è un lato negativo del personaggio, al contrario. E’ il simbolo del “lavoro per vivere” e non del “vivo per lavorare”. E’ un uomo che sta per sposarsi e diventare padre. E anche questi pezzi di quotidiano, al di là del proprio lavoro e della causa, ridanno umanità al personaggio scagionando il professionista avvocato dal pensiero collettivo di “strizzasoldi”.

“Per non aver commesso il fatto”  è un romanzo anche per i non addetti ai lavori poichè l’autore spiega molto bene ogni passo, ogni procedura legale mano a mano che il proprio cliente le deve affrontare. Tali spiegazioni non pesano e non rovinano lo scorrere della lettura.
L’iniziale antefatto sposta l’attenzione sull’identità del protagonista principale e spiazza un poco quando entra in scena il vero protagonista. Se è una tecnica di scrittura direi che è innovativa (almeno per me) e ben si applica a questo genere.
Spero in futuro di leggere altro di questo bravo autore, vincitore del Primo Concorso di narrativa giudiziaria inedita Legal Drama Society e finalista del Premio Alabarda d’oro di Trieste.

 Nadia

Published in: Senza categoria on 13 luglio 2010 at 08:14  Comments (1)  
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Dimmi chi sei Marlowe. Cinque sensi e un’anima

In libreria ad ottobre il nuovo romanzo di Frank Spada

Sarà nelle librerie ad ottobre Dimmi chi sei Marlowe. Cinque sensi e un’anima, il secondo romanzo di Frank Spada pubblicato dalla Robin Edizioni – Biblioteca del Vascello (Roma).

Visto il buon successo di critica e pubblico di Marlowe ti amo – romanzo d’esordio dell’autore – il sequel Dimmi chi sei Marlowe esce ad appena nove mesi dal precedente lavoro, di cui costituisce un continuum cronologico e narrativo.

Protagonista della vicenda è ancora Marlowe, sgualcito detective che si arrovella testa e cuore in compagnia del whisky e di troppe sigarette, alle prese con un nuovo caso e, soprattutto, col proprio doppio che gli dà del filo da torcere.

Tra le atmosfere della California anni Cinquanta che rendono omaggio a Raymond Chandler e hanno come colonna sonora il jazz della West Coast, si ritrova la scrittura elegante e senza sbavature di Frank Spada, che attraverso citazioni letterarie, cinematografiche e acrobatiche metafore, ancora una volta mette in scena ben più di una semplice “storia” poliziesca, tessendo un mondo che si svela leggendo e rileggendo tra le righe.

Gli estimatori che già si sono innamorati dello stile ruvido e coinvolgente di Frank Spada, devono quindi attendere pochi mesi per tuffarsi nuovamente nelle avventure di Marlowe, mentre chi ancora non ha fatto conoscenza con questo detective solitario e intrigante, potrà approfittare dell’estate per prepararsi leggendo Marlowe ti amo.

Frank Spada, pseudonimo, è nato a Udine. Suoi racconti sono stati selezionati in concorsi e premi letterari, e sono pubblicati in varie antologie e online.

Carla Casazza

Published in: Senza categoria on 12 luglio 2010 at 12:58  Comments (3)  
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“Arteincentro” Concorso pittura e poesia

IV^ Edizione “ARTEINCENTRO” 2010 L’Associazione Culturale Messinaweb.eu in collaborazione con la Sear Argenti di Messina, indice la Quarta Edizione della Manifestazione “Arteincentro 2010” come concorso finalizzato alla promozione e valorizzazione dell’Arte Contemporanea e con la II° Edizione Premio Orione Il Premio è aperto a tutti gli artisti, senza limiti di età, sesso, nazionalità o altra qualificazione suddiviso in Sezioni Pittura e Poesia.

La quota di partecipazione è di 20 euro. I premi sono in targhe d’argento e buoni d’acquisto. La scadenza per inviare gli elaborati è prevista per il 15 settembre 2010.

Published in: Senza categoria on 30 giugno 2010 at 09:26  Lascia un commento  
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Turno di notte 2010

In collaborazione con ARCILETTORE e il PARTITO DEMOCRATICO – Unione Territoriale di Imola, in occasione della “Festa del Lungofiume” che si svolgerà a Imola dal 03/07/2010 al 25/07/2010 lancia la

II Edizione del Concorso Letterario per racconti in lingua italiana

Turno di Notte
Una notte di mezza estate dedicata agli amanti della scrittura. Dopo il successo dello scorso anno, noi, appassionati delle storie scritte davanti al personal computer, ci ritroveremo insieme a condividere una bellissima avventura con altri complici della scrittura creativa.

Un appuntamento, di persona o virtuale, per scrivere in compagnia un racconto e condividere la propria storia

Chi vorrà essere presente alla “Festa del Lungofiume” potrà trovarsi con gli altri partecipanti sabato 10 luglio 2010, alle ore 23:00, mentre tutti quelli che non riusciranno ad essere presenti fisicamente, potranno esserlo virtualmente, scrivendo in contemporanea dal luogo in cui si trovano.

I racconti dovranno essere sviluppati da un incipit appositamente scritto anche quest’anno da Gianluca Morozzi, che verrà comunicato verbalmente ai presenti alle ore 23:00 del 10/07/2010 e contemporaneamente diffuso in rete sul sito di riferimento del concorso www.officinewort.it. Gli elaborati dovranno essere consegnati (per chi sarà fisicamente presente) o inviati a mezzo e-mail entro le ore 5:00 del 11/07/2010.

Published in: Senza categoria on 30 giugno 2010 at 09:10  Comments (1)  
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“K” di Lorenzo Lamagna e Davide Furlan

Un libro scritto a quattro mani ben riuscito poichè non si nota per nulla alcuna differenza di scrittura e stile che avrebbe, in caso contrario, ostacolato la lettura.
I personaggi sono ben descritti, la storia ha un ritmo incalzante e geniali sono le prove con relative soluzioni delle missioni affidate ai protagonisti.

E’ in fondo, la descrizione dei compromessi cui spesso ci si deve adattare per raggiungere uno scopo. La ricerca di un modo più semplice per avere ciò che si vuole limitando lo sguardo a ciò che viene richiesto di fare senza guardare il tutto, le conseguenze della propria azione e le proprie responsabilità in quell’atto.
E’ il modo in cui va avanti il mondo oggi. Dalla scuola alla politica.
Il Mazziere è in fondo “Dio” con il suo disegno e chiama i suoi adepti a fare una piccola cosa di un grande disegno che solo Lui ha in mente. Siamo abituati a questo tipo di pensiero dal catechismo radicato in noi. Ma queste sono solo mie considerazioni, una lettura che va al di là del romanzo o di ciò che gli autori avevano intenzione di dire scrivendolo.
Gli autori, che sono al di sopra del Mazziere, in questo romanzo hanno giocato una perfetta partita a scacchi.

Nadia

Published in: Senza categoria on 23 Maggio 2010 at 06:51  Comments (1)  
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